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Dichiarazioni del sindaco Franco Susino

N°1731 del 19/07/2014

"Se si
trattasse solo di me e se fosse davvero utile a Scicli, Vi assicuro che non
avrei problema alcuno a rassegnare le mie dimissioni oggi stesso.

Anzi,  proprio perché sono del tutto sereno riguardo
alle indagini in corso, che mi vedono coinvolto, l'essere libero dalla carica e
dallo sfibrante tasso polemico che il restare in carica comporta, sarebbe, per
conto mio, una condizione auspicabile di ulteriore serenità.

In questi
giorni, io e le persone che condividono il percorso di salute pubblica
intrapreso in questo comune da qualche mese, ci troviamo a vivere  una condizione da cittadella assediata.

Fra gli
assedianti vi sono proprio coloro che hanno prodotto le criticità, dalle quali
è assolutamente necessario, nell'interesse di tutti gli sciclitani, uscire il
prima possibile. Le loro armi e le armi di tutti gli speculatori che dal male
comune pensano di trarre un vantaggio personale o di parte, consistono del
fango che pensano di rovesciarci addosso e del quale su di noi non resterà la
minima macchia.

Così
facendo, unicamente per il proprio interesse, non si fanno il minimo scrupolo
nel contribuire a sfregiare, a livello nazionale, il volto della Città,  ed a mettere in atto una operazione di
travisamento della realtà, che rischia di avere conseguenze incalcolabili per
il futuro di Scicli.

Fra i
paradossi di questa scellerata azione, di questa mistificazione di una realtà
capovolta, dove i lupi si mascherano da agnelli ed i carnefici si professano
vittime, c'è l'utilizzo della metafora della nave Concordia. E così,
assurdamente, si evoca quella tragedia, caratterizzata dall'abbandono della
nave da parte del comandante, scandalizzandosi del fatto che qui il comandante,
invece, si ostina a restare al ponte di comando.

Agli
stessi che determinarono il naufragio della sindacatura del mio predecessore,
ed agli avvoltoi occasionali, che ad essi si associano, piacerebbe ripetere
quella esperienza. Io ero convinto di riuscire ad evitare il bis del naufragio
di Venticinque a causa di "inchini", forse sarebbe meglio parlare di mancati
"inchini" , ordinati alla Concordia da fuori bordo;  purtroppo, cosi come Giovanni Venticinque,
non ci sono riuscito. 

La
differenza fra me ed il mio predecessore è che io ho individuato un gruppo di
volenterosi che, oltre le divisioni politiche, incuranti della pioggia di  fuoco e di fango, hanno guardato non tanto
alla mia persona, quanto alla necessità assoluta di uscire dagli scogli.

Uscire
dagli scogli è una operazione che va fatta ORA, non fra sei mesi, ma ORA! Non è
un compito né semplice né veloce, ma che faticosamente si sta portando avanti e
di cui qualche risultato comincia ad intravvedersi, come anche la magistratura
contabile, fra non molto, non potrà non cominciare a prender atto.

A questi
consiglieri ed a questi assessori mi sono rivolto in questi mesi, così come
l'ho fatto anche adesso nell'ora più critica, chiedendo loro se se la
sentissero di continuare in questa traversata del deserto, in cui sia io che
loro abbiamo tutto da perdere e nulla da guadagnare, se non la soddisfazione e
l'onore di fare l'interesse della Città, nel momento in cui il mio ed loro
contributo è essenziale.

Sia pur
tra le frustrazioni di un compito che, talora appare improbo per la difficoltà,
per la lentezza e per, diciamocelo francamente, l'incapacità di condividere
all'esterno il senso dello sforzo immane che si sta facendo, nonostante tutto
questo, tutti abbiamo convenuto che la cosa più importante, più importante
anche della nostra stessa tranquillità, consiste nel ripristinare condizioni di
trasparenza, di ordine, di efficienza nella macchina distrutta che abbiamo
trovato;  tutti avvertiamo,
insopprimibile, il dovere di riconsegnare ai cittadini elettori una "nave" in
grado di navigare anziché un "relitto".

Confidiamo
sul fatto che la storia renderà giustizia ai sacrifici che stiamo
sostenendo".    

 
 
 

Per ulteriori informazioni:
Ufficio Stampa
Savà Giuseppe
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Scicli
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