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La chiesa di San Matteo non resterà bianca

N°1640 del 20/11/2013

La conclusione è
quella orai nota. La chiesa di San Matteo, l'antica matrice che domina Scicli,
non resterà bianca.

Conclusione
approvata e sottoscritta dalla Sovrintendenza di Ragusa, e dal numeroso
pubblico accorso al confronto pubblico tenutosi a palazzo Spadaro, organizzato
dal sindaco e dall'assessore Sandro Gambuzza.

La Sovrintendente
Rosalba Panvini e l'architetto Domenico Buzzone, responsabile dei beni
architettonici dell'ente di tutela di Ragusa, hanno partecipato all'incontro
pubblico voluto dall'amministrazione comunale per dirimere la questione del
contestato restauro della chiesa, diventata improvvisamente bianca.

L'appalto è in realtà
del Dipartimento di protezione civile di Ragusa, riguarda infatti la messa in
sicurezza del monumento, e la Sovrintendenza ha il compito dell'alta tutela
sulle modalità di recupero.

Primo intervento
quello dello storico dell'arte Paolo Nifosì, che servendosi di diapositive ha
mostrato il prima e il dopo restauro. Nifosì ha anche fatto una carrellata di
errori compiuti nelle gestioni degli anni scorse: il primo loggiato,
completamente inventato dal nulla, al Convento della Croce, il cambio di cromia
della chiesa di San Bartolomeo, e infine, l'annullamento della patina di antico
operato sulla chiesa di San Matteo.

"La città non
merita un pugno in un occhio"- ha detto il docente universitario, riconosciuto
unanimemente come il più grande esperto vivente del barocco del Val di Noto,
insieme a Stephen Tobriner. Nifosì ha parlato di un "esagerato maquillage del
biancore dei nuovi intonaci", la perfezione è un peccato di superbia, ha detto
citando un bell'intervento dell'architetto Marco Favacchio su Il Giornale di
Scicli. "Non c'erano risalite di umidità, non era giustificato un intervento
così invasivo, da far perdere il senso stesso dell'antico".

L'architetto
Buzzone, della Sovrintendenza, ha rimarcato come la velatura attuale sia solo
di passaggio, ragion per cui le preoccupazioni attuali sono comprensibili, ma
ingiustificate.

Dal pubblico è
stato fatto notare come la circostanza di avere smontato i ponteggi, da parte
della ditta appaltatrice, abbia rappresentato una sorta di segnale indiretto di
"fine lavori".

"Il cantiere è
aperto e i malumori si basano su presupposti di fatto temporanei errati", ha
detto Buzzone.

Il professor
Giampaolo Schillaci, dell'Università di Catania, ha chiesto ai responsabili
della tutela se non si siano posti il dubbio che l'attuale stato della fabbrica
non somigli a "una casa abusiva".

Un imprenditore
edile, ed ex consigliere comunale, il signor Fiorilla, ha ricordato come il
monumento rappresenti l'identità stessa della città. Il preside e consigliere
comunale Enzo Giannone ha chiesto quali saranno i costi dello smontaggio e
rimontaggio del ponteggio. "Diciamocelo chiaramente, a noi la favola del
rimontaggio del ponteggio deciso prima della sollevazione popolare non ce la
beviamo. E' chiaro che si è corso ai ripari quando il danno è stato visibile. E
i costi delle perizie di variante ricadono sui cittadini".

Buzzone: "La
Sovrintendenza ha bloccato i lavori, intimando alla ditta di rimontare il
ponteggio".

Giannone: "Le
prove e i saggi sui colori si fanno prima di intonacare un edificio. Non si
procede prima alla intonacazione di tutto l'immobile, salvo poi verificare che
quel colore non funziona".

Giovanni Pisani,
del Club Unesco, ha chiesto quale sarà la destinazione d'uso a restauro
ultimato, mentre il professor Giuseppe Pitrolo ha posto il tema delle linee
guida: "Esistono? Le Sovrintendenze di Ragusa e Siracusa, i Dipartimenti di
protezione civile ibleo e aretuseo, seguono buone prassi condivise?"

Il giornalista
Franco Causarano ha chiesto lumi sul futuro di palazzo Mormino a Donnalucata.

La sovrintendente
Panvini: "Quando ho visitato la fabbrica del monumeto, mi sono stupita di come
gli sciclitani abbiano potuto consentire una copertura in cemento armato nel
1985. Noi operiamo in maniera filologica oggi. La relazione del Sovrintendente
Paolini, nel 1985, parla di intonaco bianco. Rassicuro tutti, non ci sono
perizie di variante e maggiori aggravi economici sull'appalto. Circa la
destinazione d'suo, deciderà il Comune, ente proprietario. Circa palazzo
Mormino a Donnalucata, ci siamo limitati a dire che le grate esterne, nel caso
diventi caserma, non vanno bene. Meglio grate interne o vetri antisfondamento.
La Sovrintendenza no ha il potere di decidere la destinazione d'suo
dell'immobile, a meno che il sindaco non voglia farci una discoteca".

Alla fine, so è
convenuto di attendere le nuove velature di colore che prenderanno il posto
dell'attuale, insopportabile, bianco.

 

 
 
 

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