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Barbieri di Sicilia, una commovente mostra a Scicli

N°1552 del 22/07/2013

 Nella cornice di Palazzo Spadaro, splendida dimora barocca nel centro di Scicli (Ragusa), si inaugura il 25 luglio 2013 alle 21 la mostra fotografica "Barbieri di Sicilia", 40 scatti di Armando Rotoletti sul mondo affascinante e ormai scomparso delle antiche barberie siciliane.
La mostra è il primo evento culturale nel programma di Basole di Luce Festival organizzato dall'assessorato alla cultura del Comune di Scicli.
Le immagini presentate fanno parte di una ricerca realizzata con lungimiranza dal fotografo Armando Rotoletti vent'anni fa, scovando una per una le ultime barberie non ancora travolte dalla modernizzazione nella profonda provincia dell'isola e ricavandone un prezioso reportage che si muove a proprio agio sul confine tra fotogiornalismo e ricerca antropologica.
"Nella primavera del 1991", racconta lo stesso Rotoletti, "mi trovavo in Sicilia inviato dal magazine di un quotidiano romano per una storia di copertina da me proposta: i paesi che erano stati culla della mafia. Nella piazza di Corleone entrai in una barberia per chiedere un'informazione. Non ricordo se ebbi soddisfazione in ciò che volevo sapere, ma ricordo che ebbi come una rivelazione. Avevo davanti il luogo più autentico della socialità siciliana, dove ogni sussulto della vita del paese veniva passato al pettine fine, con sorniona noncuranza, vedendo senza vedere, dicendo senza dire".
Da questa esperienza inattesa "nasce l'idea", continua Rotoletti, di "fermare il tempo con la pellicola, cogliendo, prima che fosse troppo tardi, quell'impalpabile impronta culturale, quel distillato di 'sicilianità' che io stesso, da siciliano, ben conoscevo e tenevo a documentare."
Le riprese fotografiche, realizzate in poche settimane tra il 1992 e il 1993, hanno seguito un itinerario dettato dal caso e dall'istinto, fra barberie di città e di piccoli paesi, procedendo dall'interno alla costa per tutta la Sicilia. Una scelta che ha portato Armando Rotoletti a contatto con realtà sorprendentemente vicine dal punto di vista culturale e sociale, documentando un attimo prima della sua definitiva scomparsa un mondo popolare e interclassista che rappresentava il fulcro della comunità di ogni paese, più ancora della chiesa, del corso o del circolo.
Impiegando metodi affini a quelli dell'antropologia culturale, integrando gli scatti con conversazioni per comprendere più a fondo caratteri, storie e abitudini, il reportage di Rotoletti va oltre la banalità del pittoresco per cogliere le differenti personalità dei barbieri e dei loro avventori, le atmosfere gravide di umanità dei saloni da barba ma anche il pathos e la fatica del lavoro quotidiano. Sono scatti pieni di curiosità ed empatia che ritraggono persone autentiche, sorprese nei momenti più impegnativi e anche più divertenti della loro giornata, in un flusso ininterrotto di voci e silenzi carichi di significati, profumi, musiche e suoni della strada.
Presso la mostra è in vendita il catalogo a stampa, con due divertite rievocazioni di Igor Man e Vincenzo Consolo, grandi narratori della Sicilia di un tempo che rievocano gli anni d'oro delle barberie di provincia.
È in preparazione anche la versione ebook del catalogo, arricchita da filmati, brani musicali e testi esplicativi a corredo delle foto. L'ebook, a cura di Duccio Biasi, sarà in vendita dai primi di agosto su iTunes e nel corso del mese su Amazon e sulle principali librerie online. Informazioni aggiornate sul sito www.armandorotoletti.com

Armando Rotoletti (Messina, 1958) ha studiato fotografia presso il St. Mary College e il London Polytechnic a Londra. Nel 1990 è entrato nella storica agenzia Grazia Neri, lavorando come fotografo-ritrattista di personaggi della cultura, dello spettacolo e dell'economia per i più importanti magazine d'informazione (tra cui "Sette" del "Corriere della Sera" e "Vanity Fair"). Da una decina d'anni si dedica a reportage di ampio respiro come Le Facce della saggezza, ritratti di una quarantina di filosofi italiani, e Casa della Carità. I volti, le storie (Skira, 2005). Di recente ha iniziato a documentare paesaggi e volti dei più famosi distretti agroalimentari italiani, come testimonia il libro Gente di Barbaresco (Arti Grafiche Favia, 2013) sui produttori di uno dei più prestigiosi vini italiani.
Lavora come free-lance e le sue foto d'archivio sono distribuite dall'Agenzia Luzphoto.


 
 
 

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