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Un nuovo sciclitano scrive al sindaco Venticinque: Grazie per quello che fate

n°937 del 01/09/2011

 "Egregio Sindaco Venticinque,


Con sommo piacere Le scrivo per esprimerle i miei ringraziamenti per la splendida iniziativa Sua e della Sua amministrazione, volta ad incontrare ieri sera i "nuovi" Sciclitani d'adozione.


In una cornice scenografica davvero incantevole, una delle tante perle meravigliose di questa cittadina sempre più sorprendente, ho davvero apprezzato e gustato ogni istante di una manifestazione che ha dimostrato ancora una volta, se mai fosse stato necessario, l'unicità di questo luogo e del modo di essere dei suoi abitanti, rappresentati nella circostanza da Lei e dai Suoi collaboratori, attraverso tale iniziativa.


Nel corso del Suo intervento, ho sentito più volte rivolgere a noi ospiti parole di ringraziamento per avere scelto di venire a vivere in questa bellissima Scicli, che nel mio caso dopo quasi dieci anni ha ormai invaso il cuore ed il mondo dei sentimenti, soppiantando per vari motivi quanto potesse esserci prima. Mi basta arrivare alle curve che precedono l'ingresso in paese per guardare giù, e sentirmi a casa !


Orbene, credo che in realtà chi debba ringraziare la città, l'amministrazione e gli Sciclitani, dovremmo essere noi, gli "stranieri". E comunque io intendo farlo. Sono io che ringrazio. Ho trovato in questo luogo davvero speciale cose nuove, o si sono riaffacciati nella mia vita sentimenti e pensieri sopiti da anni ed anni di vita in una grande città come quella da cui provengo, dove tutto ormai è spersonalizzato, dove si vive a contatto con centinaia e centinaia di migliaia di altri concittadini eppure si è sostanzialmente soli. Dove la solidarietà anche spicciola è del tutto scomparsa. Dove potresti cadere a terra colto da malore e la gente passerebbe oltre per scansarti. O dove abiti in un condominio con altre decine di famiglie da anni, ma non conosci nessuno, perché nessuno è interessato a farsi conoscere.


Tutto questo inaridimento è tragico, ma pare sia uno dei frutti dei tempi in cui viviamo. Qui tutto questo è ancora di la da venire. Non erano ancora trascorsi che pochi giorni dal nostro arrivo, e già la famiglia vicina di casa si era presentata con un piatto tipico affinché lo assaggiassimo. Piccole cose, si dirà, ma in realtà è poi la sommatoria di tante piccole cose simili o analoghe successe in questi anni ad avere costruito quel legame, quel rispetto per la vostra cultura ed il vostro modo di essere che gradualmente ti strega, che ti fa sentire veramente a tuo agio, certo finalmente di vivere in mezzo ad una comunità dove non sei più solo.


Molti mi hanno chiesto, nel corso del tempo, "perché ?" Meravigliati pensando magari di voler fare l'inverso.


Le risposte sono tante. Senza cadere nella retorica, e guardando anche solamente al "vivere" quotidiano, qui si riescono ad apprezzare e gustare sapori che erano dimenticati, in un batter d'occhio si può essere in mezzo alla campagna o ad ammirare il mare su una delle tante bellissime spiagge libere. Qui l'ospitalità è proverbiale, come la gentilezza quando, cosa impensabile "al nord", nel traffico cittadino trovi sempre chi è disposto a darti strada e farti passare. Qui si è immersi in una cultura millenaria, in mezzo a vicoli e vicoletti straordinari, a palazzi ed espressioni eccezionali del Barocco più bello.


Non vorrei a questo punto apparire mieloso. Questa lettera è dettata dai sentimenti più sinceri ed autentici.


Certo, non ci si può nascondere che lavoro da fare per migliorare ve ne sia ancora. Tuttavia sappiamo o immaginiamo il certosino ed intenso lavoro di chi deve amministrare nelle ristrettezze, in questi tempi di straordinarie difficoltà economiche generali.


Perciò, caro Signor Sindaco ed amministratori tutti, sappiate che da gente come me vi è assolutamente tale consapevolezza, e quindi una doverosa quanto necessaria dose di pazienza in attesa di tempi migliori, apprezzando cosa si sta facendo e contando sulla Vostra dedizione.


Una cosa da fare tutti è certa: conserviamola questa "nostra" Scicli, curiamola, rispettiamola, non deturpiamola, ma consideriamo ogni strada, ogni angolo, ogni vicolo, come la nostra stessa casa. A maggior ragione noi, ospiti e Sciclitani d'adozione.


Con osservanza,










Enrico De Fabianis"


 
 
 

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