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Roberto Vecchioni scrive due poesie su Scicli

n°562 del 16/11/2010

 "A Scicli,
lontana luminosa penombra
nel senso dell'antico che non muore
ed è noi e la nostra italiana unità:
la colpa dalla storia greca che ci ha fatto
più grandi degli altri,
di tutti
e la misura del passo delle nostre donne
che battono in leggerezza qualsiasi cosa si muova nel mondo".








"Fossero semplici i sogni
saremmo tutti lontani dal dolore
di perdere, improvvisamente, la vita
strozzarle la gola, farla nostra
a urla e frasi, finché non crolla
e ci dà ragione e si fa passione.


Fossero semplici i sogni avremmo
facili vittorie e sconfitte inutili e
non capiterebbe a me, piccolo italiano
di starvi insieme di essere e
voler sognare da difficile improbabile
siciliano. Fossero semplici, non vedrei
la bellezza delle vostre donne e
la speranza dei vostri ragazzi: Dio
ci dà questa complicanza che è
mistero e miracolo: ancora non è
e non può essere facile. Ci troveranno
un giorno senza croci né spine a
guardare il tramonto che disegna
un'uguaglianza sublime e la felicità
di essere uomini ogni oltre confine".


Roberto Vecchioni
Noto, 14 novembre 2010

 
 
 

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