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Titolo Comunicato Stampa

n°423 del 26/07/2010

 Il Santuario delle Milizie torna alla pubblica fruibilità.
La Delegazione FAI di Scicli, ha infatti tenuto ieri sera una passeggiata presso la Chiesa delle Milizie, da alcuni anni chiusa al pubblico.
La Capo Delegazione di Scicli, Rosalba Vindigni, sottolinea che "l'apertura serale straordinaria della Chiesa è possibile grazie alla collaborazione del Comune di Scicli e del Sindaco Giovanni Venticinque e che la Chiesa è stata oggetto dell'incameramento dei beni ecclesiastici da parte dello Stato Unitario centocinquanta anni fa" .
Il sito si trova in contrada Milizie, nella zona alta di Donnalucata, ed è noto per essere legato ad un racconto caro alla tradizione popolare sciclitana che ancora oggi lo ricorda con una rappresentazione teatrale annuale.
Secondo il racconto tradizionale, suffragato da fonti storiche giunte al Notaio Di Lorenzo e confermate da storici di epoca successiva, nell'ambito dello scontro tra Normanni e Saraceni intorno all'anno mille, ci sarebbe stata nel 1091 una battaglia in questo luogo, che avrebbe visto vittoriosi i Normanni guidati dal Conte Ruggero d'Altavilla, sui Saraceni che infestavano le nostre coste, grazie allo intervento prodigioso della Madonna apparsa su un cavallo bianco e brandendo una spada.
Fu così che nel 1093 fu eretta la Chiesa, sotto Enrico IV Imperatore ed Urbano II Papa "cum limosina de fidii Kristiani" e fu distrutta dal terremoto del 1693, e poi ricostruita nel 1721.
Successivamente Papa Clemente XII con Decreto della Sacra Congregazione dei Riti ufficializza la recita dell'Ufficio e della Messa nel Sabato prima della Domenica di Passione "con solenne magnificenza e devozione del Popolo, nella Chiesa distante tre miglia dalle mura della Città, in ricordo dell'insigne miracolo avvenuto nello anno 1091" (dagli atti del Decreto Papale).
La visita guidata è stata curata da giovani studenti Apprendisti Ciceroni.
L'amministrazione comunale è tornata nelle scorse settimane in possesso delle chiavi della chiesa delle Milizie e il sindaco Giovanni Venticinque ha disposto l'inventario di tutti gli arredi sacri che ornano il Santuario, noto anche per aver dato sepoltura alle spoglie dello storico seicentesco Fra' Mariano Perello.

 
 
 

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