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Lettera del sindaco Venticinque al Presidente Giorgio Napolitano

n°244 del 23/03/2010

Illustrissimo Signor Presidente della Repubblica  
Onorevole Giorgio Napolitano  
  
e pc: Al Signor Presidente del Consiglio dei Ministri  
Onorevole Silvio Berlusconi 
 
Al Signor Presidente del Senato della Repubblica  
Senatore Renato Schifani 
 
Al Signor Presidente della Camera dei Deputati  
Onorevole Gianfranco Fini 
 
Al Signor Presidente della Regione Siciliana  
Onorevole Raffaele Lombardo 
 
All'Onorevole Antonino Minardo 
 
All'Onorevole Giuseppe Drago 
 
Illustrissimo Signor Presidente,
Dalle nostre parti i saggi dicono che "parrari senza pinsari è comu sparari senza taliari", che tradotto liberamente in lingua italiana vuol dire "bisogna riflettere prima di dire o fare azioni che possono provocare danno". Ma restiamo ai fatti per i quali ho sentito l'esigenza di scriverLe. Le parole del sottosegretario onorevole Francesca Martini, esternate in occasione del vile atto di violenza subito dalla dottoressa in servizio alla Guardia Medica della mia città, dimostrano ancora una volta come la stessa sia assolutamente lontano da ogni tipo di conoscenza di questa terra, della sua gente e delle sue istituzioni.
Il sottosegretario, da un anno a questa parte, continua a distinguersi per giudizi trancianti ed in libertà ma non ha messo mano ad un solo intervento che sia degno di questo nome. E' davvero riprovevole leggere i caustici commenti del sottosegretario nei confronti della mia Città definita "territorio dove forte è il degrado sociale e dove è a rischio la sicurezza di chi ci vive". Il sottosegretario farebbe bene a muoversi e fare qualcosa invece di continuare ad emettere giudizi ingiusti che pesano come macigni, che non meritiamo, che offendono la Gente di questa Terra e che sono ancora più gravi perché escono dalla bocca di chi rappresenta le più alte Istituzioni del Paese. Ad ogni notizia brutta che arriva da questo lembo di Sicilia, assolutamente inviso al Sottosegretario,  si lascia andare a manifestazioni di intolleranza degne del partito che rappresenta.
E non voglio andare oltre nel giudizio, magari una contesa verbale sui territori suo e Mio, visto che Pietro Maso non è certo Siciliano e non è  Siciliano Roberto Succo, che non mi pare rappresentino esempi di civiltà e buon senso. E potrei andare oltre citando altri nomi ed altri esempi che dimostrano come il germe cattivo alligni ovunque e non solamente dallo Stretto di Messina in giù. Ma per il sottosegretario Martini i problemi sono solo di queste terre, salvo poi chiudere entrambi gli occhi ed anche le orecchie di fronte a gesti per me e per la mia città abituali, come quello, ad esempio, di condividere con VOLONTARI SCICLITANI, la salvaguardia del territorio e dei cani randagi a lei tanto cari, portandoli in canili degni di questi nome, a nostre spese ed a spese dei cittadini di Scicli, che hanno una sensibilità animalista vera e non artefatta come quella che dimostra il sottosegretario.
Sono sinceramente stufo delle sue parole.
Avere ancora una volta colto l'occasione di gettare fango sulla mia Gente, la mia Città, il nostro Territorio in occasione della vergognosa aggressione subita dal medico in servizio a Scicli, dà il senso compiuto di cosa pensi il sottosegretario Martini di Noi, di come agisca, ma segna anche il limite oltre il quale non sono più disposto a tollerare esternazioni di un rappresentante dello Stato tutto e non certo solo del suo partito e della sua terra. Illustrissimo Signor Presidente, per me, per noi, per tutta la Gente che ancora crede in certi valori, lo Stato è l'ITALIA, che comincia a Bolzano e finisce a Portopalo di Capo Passero, a due passi da Scicli. Se al sottosegretario Martini non piace rappresentarlo in toto, può sempre attingere al SANO ISTITUTO DELLE DIMISSIONI e tornarsene nella sua Padania. Illustrissimo Signor Presidente, io chiedo e la mia Gente chiede che il sottosegretario abbia un po' più di rispetto per questa parte dell'Italia di cui noi siamo orgogliosi e che non permettiamo ad alcuno di offendere come lei fa sistematicamente. Se non lo vuole fare perché è giusto, quantomeno lo faccia in ossequio del suo ruolo e del fatto che il suo lauto stipendio viene pagato anche con le tasse dei cittadini di Scicli, di Modica, della provincia di Ragusa, della Sicilia e del Mezzogiorno.                                                         
IL SINDACO                                                  
 (Sig. Giovanni Venticinque) 
 
 

 
 
 

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