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Aree protette

 

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Foce del Fiume Irminio
Foce del fiume Irminio

Foce del fiume Irminio

 LA FOCE
NOTIZIE STORICHE
Il fiume Irminio è il fiume ibleo per eccellenza, nasce alle pendici del Monte Lauro e sfocia nel Mar Mediterraneo, rappresentando, per buona parte del suo corso, il confine naturale fra il Comune di Scicli e quello di Ragusa. Esso scorre, come un serpente di lussureggiante vegetazione, ora incassato in strette gole ora ampio e bianco sul suo letto di sassi.
DALLE FONTI si apprende che il suo corso doveva essere per buona parte navigabile, e che, proprio alla foce era stato creato uno scalo per le imbarcazioni, forse già in età greco-arcaica. I SICULI vi lasciarono tracce indelebili: le loro tombe che si trovano sparse lungo tutto il corso del fiume, destano ancora oggi, meraviglia e ammirazione, scavate come sono sui costoni delle colline di calano a picco sul fiume. I GRECI che abitarono le sue rive, si servirono delle sue acque e utilizzarono il suo corso come via di comunicazione. Anche Cartaginesi, Bizantini e Arabi, certamente lo utilizzarono come approdo e come emporio commerciale. La foce dell'Irminio, detta FORGIA DI SCICLI è la zona archeologicamente più importante qui, su una collinetta, è possibile osservare gli avanzi di un abitato greco, costituiti da materiale di costruzione e da frammenti fittili; il materiale da costruzione è dato da conci e da pezzi architettonici di pietra arenaria locale. Purtroppo nulla rimane in opera, fatta eccezione per una assisa di conci affioranti sul terreno a ridosso di un muro di confine tra due appezamenti; questa assisa è lunga circa nove metri e si compone di dodici blocchi. E stato rinvenuto inoltre, un frammento di monumento marmoreo non ricostruibile. E un parallelepipedo che fa corpo con una lastra frammentaria, leggermente convessa, il tutto lavorato a gradini. Il marmo, a grossi cristalli, proviene dall'isola dell'Egeo. In questa zona sono stati rinvenuti anche frammenti di vasi che testimoniano come il sito fu abitato senza soluzione di continuità dal VI sec. Al III-II sec. a.C. Gli avanzi romani più importanti della zona si trovano nella pianura che si estende ad occidente dell'IRMINIO, sempre in prossimità della foce del fiume. Qui, nel 1953, durante lo scavo di un canale, furono scoperti una serie di ambienti. Unico indizio cronologico per queste costuzioni è il pavimento in " opus signium " che è di origine italica e si trova adoperato per la prima volta nella fase paleosannitica di Pompei. I più recenti studi archeologici identificano entrambi i nuclei, sia quello greco che quello romano, con la colonia graca di CASMENA, fondata prima di Camarina. Tale identificazione potrebbe avere un fondamentoper il fatto che Casmena, edificata nel 643 a. C., è, nell'ordine cronologico delle colonie greche di Sicilia, la undicesima, e le dieci che la precedettero sono tutte lungo la costa, meno Acrae.
Nel corso dei secoli si è avuto un progressivo insabbiamento della foce. Le cause che hanno determinato tale fenomeno sono da ricercare principalmente nel selvaggio disboscamento delle zone montane. La conseguenza più immediata del disboscamento è l'erosione dei versanti attraverso il dilavamento del suolo, non più trattenuto dalle radici delle piante, e la conseguente erosione della roccia sottostante. Il fenomeno è stato ulteriormente accentuato dalle sempre più scarse precipitazioni, che hanno causato la progressiva riduzione della portata del fiume ed un aumento del carico di sedimenti che, portato in sospensione fino alla foce, impedisce il libero scambio di sedimenti col mare, favorendo in tal modo la formazione di acquitrini e paludi.


ELEMENTI BIO - AMBIENTALISTICI DEL SITO
L' instaurarsi di di un ecosistema complesso perchè caratterizzato dall'accostamento di diverse bio- fitocenosi e riconosciuta l'importanza, sia dal punto di vista storico che ambientalistico, dell'area, nel 1918 è stata dichiarata zona protetta, con l'istituzione della RISERVA NATURALE " MACCHIA FORESTA DEL FIUME IRMINIO", successivamente specificata come "RISERVA NATURALE SPECIALE BIOLOGICA".
Dall'osservazione di questo ambiente, ci si può fare un'idea di quale fosse in passato l'aspetto delle coste siciliane.
Nella zona antedunale e fin quasi alla battigia, si ritrovano varie specie erbacee abbastanza comuni a tutti i litorali; nella zona dunale, invece, si ha la presenza di una vegetazione, sia arbustiva che arborea, costituita principalmente da ginepro coccolone e lentisco arboreo. Si trovano inoltre molte altre specie vegetali quali : efedra, gramigna delle spiagge, mesembriantemo (fico degli Ottentotti), calcatreppola et all.
Nella zona retrodunale sono presenti asparagi, efedre, ononidi ecc.
Nella zona più umida, quella a ridosso delle sponde del fiume, la flora è quella tipica delle paludi e degli stagni: alte e lunghe canne, giunchi, piante erbacee di vario tipo, ma anche pioppi, salici e tamerici.
Notevolmente varia ed altrettanto interessante è la fauna: numerosi conigli e volpi popolano le zone asciutte, l'ambiente acquatico è sicuramente quello più affollato: gallinelle d' acqua, folaghe, aironi, germani reali; mentre l'ambiente sommerso pullula di anguille, carpe, cefali, spigole ecc. C'è inoltre da segnalare una specie alloctona : la nutria , perfettamente adattata all'ambiente della foce del fiume e a ciò che ad essa è connesso, compreso l'uomo.

 
 
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