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Chiafura Workshop 2019. La Città si riunisce per definire le scelte del territorio

N°2706 del 09/05/2019

Conclusa
domenica sera la tre giorni dedicata alla studio dei progetti circa le
possibili fruizioni del colle San Matteo, con particolare riguardo al sito rupestre
di Chiafura e alla antica chiesa matrice di San Matteo.

Un
evento di significativo spessore culturale che ha visto la prestigiosa
partecipazione di tre importanti nomi del panorama dell'architettura e del
design europeo: Oriol Capdevila dello studio MBM arquitectes di Barcellona,
Joao Gomes da Silva, dello studio Global Arquitectura Paisagista di Lisbona,
Margareta Berg designer e imprenditrice di Matera, ideatrice del concept
dell'albergo diffuso tra i famosi Sassi 
materani, patrimonio Unesco.



I
tre ospiti hanno fatto da guida, con la collaborazione dell'ing. Calogero Vinci
dell'Università di Palermo e l'arch. Chiara Nifosì del Politecnico di Milano, a
tre gruppi di progettazione costituiti complessivamente da 36 tra
professionisti e studenti del settore tecnico, molti dei quali cittadini
sciclitani.



Nella
proposizione degli interventi sono venute fuori le tre anime tecniche
profondamente diverse dei tre tutor; un approccio contemporaneo e provocatorio
quello di Capdevila, che ha stuzzicato la fantasia dei professionisti
lasciandoli liberi da costrizioni vincolistiche, immaginando torri elevatorie
per i vari collegamenti in quota dalla valle al colle, passeggiate lungo le
mura perimetrali poste a mezzo valle tra San Matteo e Chiafura, un uso molto
versatile delle grotte restituite alla città come spazi polivalenti in cui
svolgere attività didattiche, culturali, artistiche in genere. Fulcro del
sistema San Matteo è l'omonima chiesa utilizzata come spazio polifuzionale.



Un
approccio conservativo e legato alla tradizione culturale del nostro territorio
quello del portoghese Joao Gomes da Silva, che punta al recupero della
sentieristica esistente (le lenze) e propone un riuso degli orti (raffi)
declinati al contemporaneo concetto di orto urbano dove il senso di
condivisione e comunità è l'elemento ideologico fondante; il sistema delle
grotte è proposto come un grande opificio, uno spazio dove far rinascere e
divulgare i mestieri della nostra tradizione, campo di lavoro Chiafura stessa,
che così potrebbe rinascere e mantenersi con i cantieri scuola. Anche nella
proposta del gruppo guidato dall'architetto portoghese la chiesa di San Matteo
è visto come uno spazio polifunzionale, la nuova agorà, spazio di aggregazione
versatile raggiungibile dalla valle con un sistema di elevatori ipogei.



Un
approccio più imprenditoriale è quello proposto dal gruppo di tecnici seguiti
dalla Berg; sulle orme dell'intervento delle Grotte della Civita è stato
proposto un un uso parziale delle grotte (circa 30) legato al concetto di
ricettività in cui l'idea del lusso è funzionale alla esperienza del soggiorno
in grotta al cui interno l'arredo e il servizio sono basati sulla semplicità
degli elementi di arredo tradizionali provenienti da una attenta attività di
restauro e di recupero.



Anche
in questa proposta la maggioranza delle abitazioni rupestri sarebbe
adibita  a una fruizione pubblica, intesa
come musealizzazione dei luoghi e memoria della vita sociale che un tempo vi si
svolgeva. Interessante la proposta di recupero della "ruttazza" nel versante di
Santa Maria la Nova, grotta dalle grandi dimensioni destinata a spettacoli ed
eventi.

Indubbiamente
il file rouge che unisce le tre proposte è la imprescindibile fruizione
pubblica del colle, legata ad una risoluzione del problema dell'accessibilità.
L'idea che sottende i tre progetti è quella di restituire il colle San Matteo
con tutto il complesso dei beni (chiesa, Chiafura, Castellaccio, Castelluccio)
alla città.

Il
successo dell'evento è indubitabilmente alla partecipazione e condivisione di
questo momento di abbrivio progettuale.

E'
iniziato così un cammino il cui prosieguo registrerà di nuovo un'azione corale,
da parte degli stessi protagonisti del workshop che saranno chiamati a
sviluppare le conclusioni sulle tre esperienze progettuali che costituiranno la
base per la definizione di un progetto di fattibilità tecnico-economica, la cui
bozza è stata presentata dall'ing. Vittorio Mastrorilli.

Il
Workshop, peraltro, è stato presidiato da un Comitato Tecnico scientifico di
assoluto livello, in cui opinioni diverse e contrastanti si sono confrontate in
maniera schietta e serena.



Prossimo
appuntamento per la città sarà al convento del Carmine dove nell'ambito della
manifestazione "OPEN" organizzata dall'Ordine degli Architetti di Ragusa nelle
date dal 24 maggio all'1 giugno, saranno esposti i tre progetti sviluppati
durante il workshop.

Chiafura
2019 non rimane la figurazione di un sogno, l'evento ha suscitato l'interesse
di gruppi bancari già impegnati in un rapporto di collaborazione con città
storiche che stanno puntando sul riuso e la valorizzazione del patrimonio
immobiliare pubblico. L'amministrazione sul tema sta approfondendo possibili
iter da intraprendere e parteciperà nei giorni del 24 e 25 maggio ad una
convention dove saranno illustrati progetti fondati sul partenariato pubblico -
privato.



L'amministrazione
comunale ha voluto portare il dibattito sul futuro delle grotte di Chiafura
oltre gli angusti confini della città, facendo del Workshop lievito di una
riflessione internazionale.

"Siamo
aperti ai privati, ma con giudizio", spiega il sindaco Enzo Giannone. "Non è
pensabile che coi fondi pubblici si possano mettere in sicurezza, in tempi
sostenibili, i sette livelli di Chiafura. Se non vogliamo l'opzione zero, ovvero
l'abbandono come negli ultimi 60 anni, serve un coinvolgimento dei privati nel
recupero del sito".

Il caso Chiafura sarà
studiato in una Convention di banche interessate a investire in nuove
esperienze di turismo, in programma nelle prossime settimane a Rimini.

 

 
 
 

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Giuseppe Savà
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